Il sito dove sorge il Teatro doveva già essere importante comprendendo, come abbiamo visto, il santuario di Apollo ed il teatro lineare.
Il fulcro di tutta questa zona era costituito dal nuovo teatro, scolpito nel colle Temenite, al quale – scrive l’Arias – preesisteva probabilmente una scena assai primitiva in legno … comunque il teatro, nei primi decenni del V secolo … era di forma trapezoidale, mentre il secondo teatro, dell’architetto Damocopo, che lo concepì assai probabilmente su suggerimenti tecnici di Eschilo, è databile fra il 476 e il 470. Questo teatro … era forse capace di contenere tre – quattromila spettatori, mentre quello semicircolare di età timoleontea [seconda metà del IV secolo] conteneva almeno seimilacinquecento spettatori. L’ampliamento maggiore avvenne sotto Ierone II, verso il 230 a.C … [il teatro] veniva così a contenere quindicimila spettatori.
La questione riguardante la genesi del teatro è però fra le più complesse e molte sono le teorie elaborate a sua spiegazione; Bernabò Brea, per esempio, pensa che il teatro attuale è opera di mirabile armonia architettonica, ed è nato certo in esecuzione di un piano unitariamente concepito. Scolpito nella viva roccia … là dove è possibile che già avesse trovato posto il teatro più antico, aveva quaranta ordini di sedili, divisi in nove cunei da scalette e un solo diazoma o ambulacro … la costruzione del teatro sarebbe da datare fra il 238 e il 217 a.C.
L’assetto più grandioso il Teatro lo ebbe ai tempi di Ierone
Il periodo di Ierone fu fra i più rilevanti per la storia urbanistica di Siracusa. Ad Ortigia il re si fece ricostruire la fortezza di Dionigi, che probabilmente ebbe più l’aspetto di palazzo fortificato che di fortezza vera e propria. Sempre in Ortigia Ierone fece costruire dei vasti granai, tali da contenere le merci che avrebbero poi dovuto servire alle armate romane. L’intera isola ridivenne la sede del sovrano, del suo tesoro e dei suoi depositi.
Nella zona dell’antica agorà di Acradina egli fece costruire un tempio dedicato a Giove Olimpico, andato poi distrutto. Ma l’intervento di gran lunga più importante del tempo di Ierone fu la sistemazione urbanistica della zona monumentale della Neapoli, i lavori di ampliamento del teatro greco, la costruzione dell’area detta di Ierone.
A riguardo del teatro alcuni studiosi (Rizzo, Bulle) affermano che il teatro venne edificato interamente da Ierone, mancando prima di allora una vera e propria struttura in pietra dell’edificio.
Secondo l’Arias, invece, nel 230 si sarebbe avuto un rimaneggiamento del teatro, la cui capienza venne enormemente aumentata e portata a quindicimila posti. Secondo B. Brea, invece come abbiamo visto, … la costruzione del teatro sarebbe da porre … fra il 238 a.C. e il 217, anno della morte di Gelone.
Il teatro venne anche collegato con una serie di portici e di vie alla terrazza sovrastante: Al limite superiore del teatro … si apre una vasta terrazza sulla quale si innalzavano due porticati o stoà disposti ad angolo retto e sorretti da pilastri. .. lo stoà siracusano … serviva ad ornare la piazza di passaggio lungo la salita del Temenite; qui convergevano una scala che scendeva da est, la via dei sepolcri che saliva al colle e la via sacra proveniente dall’ara di Ierone.(T. Fiori)
Nella parte rocciosa di fondo facente da naturale quinta allo scenografico stoà fu ricavato il mouseion, una grotticella dalla quale ancora oggi fuoriesce abbondante acqua ed allora decorata a motivi geometrici e da statue di Muse
Quello di Siracusa è il più grande teatro greco della Sicilia (poteva contenere nei 67 ordini di gradini fino a 15 mila persone), in grado di rivaleggiare con quelli di Atene ed Epidauro. Venne scolpito nella viva roccia del colle Temenite, nella prima metà del V a.C., su progetto dell’architetto Demokopos, soprannominato Myrilla perché il giorno dell’inaugurazione fece distribuire unguenti agli spettatori (myroi). Qui vennero rappresentati per la prima volta, nel 476 a.C., I Persiani di Eschilo e Le Etnee, che il tragediografo ateniese scrisse per commemorare la fondazione di Etna da parte di lerone I.
Elio Tocco